Senza categoria

Due Chiacchere Con Pietro Bernuzzi

by: TropsolariM_189

0

Intervista a Pietro Bernuzzi

Pietro Bernuzzi, ha dedicato la sua vita alla pallavolo, ma ora, all’età di 37 anni, dopo un’ultima stagione giocata al Silvolley, ha deciso di appendere definitivamente le ginocchiere al chiodo. Gli anni trascorsi in campo, rimarranno per sempre un ricordo indelebile che porterà con sé per il resto della vita.

Scopriamolo assieme!

Ciao Pietro! E insomma…è stata l’ultima stagione, ma sei serio?

ciao ragazzi, sì seriamente, questa è mia ultima stagione. La decisione l’ho presa in questo ultimo anno a Trebaseleghe.  La pallavolo mi ha dato tanto e per tanto tempo, ma ora è arrivato il momento di crescere e diventare davvero grande. Gli impegni extra pallavolo, lavoro e famiglia sono diventati ora la mia priorità. E quindi la decisione di lasciare in questa stagione è stata la scelta migliore per me.

Raccontaci un po' in sintesi la tua carriera, le squadre dove sei stato, anche i ruoli (sei “nato” libero?)

Io nasco nel vivaio dell’oggi Pallavolo Padova che all’epoca si chiamava Petrarca Volley.

Ho iniziato i primi palleggi nel lontano ‘99, iniziando prima con il mini Volley per poi andare avanti facendo tutta la trafila nel giovanile fino all’under 20. Sono nato palleggiatore, ruolo che ho mantenuto fino all’under 17, poi, in accordo con l’allenatore, ho dirottato verso il ruolo di Libero. Con il senno di poi è stata la scelta più azzeccata che mi ha permesso di giocare ad un buon livello e facendomi togliere qualche bella soddisfazione. Diciamo che questo cambio di ruolo mi ha permesso di accrescere la tattica e tecnica che sta alla base di un palleggiatore per poi trasformarla e trasportarla nel ruolo del libero.

In tutti questi anni avrai vissuto vittorie e sconfitte. Ti va di raccontarci quale è stata la vittoria più bella e soprattutto la sconfitta che ti hai insegnato di più?

Vittorie e sconfitte nella mia carriera ce ne sono state tante. Le partite di  promozione nel bene e nel male sono quelle che ricordo di più. La gioia immensa della promozione conquistata qui alla Silvolley nel 2012 con Luciano Sturam e la delusione cocente, sempre durante i play-off, vestendo però la maglia del Monselice contro proprio Trebaseleghe.

Se dovessi dare 3 aggettivi alla tua carriera, alla pallavolo, a quello che hai imparato, quali sarebbero?

appassionante, romantica, fantastica.

Quali sono stati 3 (o anche di più se vuoi) compagni di squadra che ti ricordi volentieri, o per il tempo passato assieme, o perché ti hanno fatto crescere? Ti va di raccontarci qualcosa di loro?

beh che dire, in ogni squadra ho trovato dei compagni di squadra che mi hanno fatto crescere, da inizio fino a fine carriera (sì anche quando ero io il più anzianotto!)

In famiglia ho Emiliano Bosetti, anni passati assieme sia da compagni che da avversari. Un altro ragazzo con il quale ho un bellissimo legame è Alessandro Drago, con lui abbiamo passato tanto di quel tempo assieme, sia in palestra che fuori. Ricordo molto volentieri tutte le serate post allenamento a casa sua per mangiare insieme. Un altro ragazzo con cui ho condiviso tanto a Trebaseleghe, facendo prima tutta la trafila del settore giovanile a Padova, è sicuramente Filippo Fusaro.

E di quest’ultima annata alla Silvolley (di cui sei stato capitano) cosa ci racconti?

Quest’anno, dopo anni, abbiamo finalmente disputato un campionato di serie B di un medio alto livello. Ogni sabato potevi vincere o perdere. Sicuramente Trentino e Monselice, sul lungo periodo, hanno saputo offrire un gioco migliore: chi di potenza e chi di esperienza, ma nonostante questo, tutte le squadre erano di buon livello. Vivere quest’anno da capitano ed essere  “esempio” per i miei compagni è stato per me motivo di orgoglio. Siamo comunque riusciti a crescere e spero che questo perduri nel tempo.

Hai fatto da chioccia al tuo erede: Mattia “Maravilla” Amarilli. Cosa ci racconti del ragazzo? Si applica?

Finalmente siamo riusciti a trovare un degno sostituto nel mio ruolo, Mattia Amarilli  è riuscito a conquistare meritatamente il campo. Ora basta che si “faccia il pelo” dal punto di vista di comunicazione in campo. Comandare la seconda linea in ricezione e muro/difesa, non è facile, ma se rafforza questo suo aspetto, penso che si potranno aprire buone possibilità di crescita. 

Pensate che per l’ultima partita ho dovuto chiedere permesso se potevo giocare!

Oltre al volley c’è di più. Che altre passioni hai? Ti abbiamo visto a bordo anche di 2 ruote…
Dicono che sei osteopata. Quanti compagni ti hanno rotto le scatole e “scroccato” qualche trattamento “aggratis”? Dai … chi è stato IL rompiscatole???

Oltre al volley ci sono passioni che vanno dalla moto alla cucina. Le due ruote sono state il mezzo grazie al quale mi riuscivo a spostare da ragazzo per andare ad allenamento nelle più svariate palestre senza dar peso ai miei genitori. Poi questa passione si è mantenuta anche con l’età. La cucina, o comunque la parte di alimentazione/nutrizione, mi ha sempre molto interessato. Svelo un piccolo segreto, far la spesa è un momento per me importante al quale dedico parecchio tempo. Altra passione che è diventata lavoro è l’OSTEOPATIA. E quindi sì, quest’anno i miei compagni hanno chiesto vari consigli e qualche trattamento!

Hai una bellissima famiglia e già un erede in casa: Edoardo. Come è cambiato il tuo approccio allo sport da quando è arrivato tuo figlio?

Da quando è arrivato Edoardo sono cambiate le priorità. Quello che mi ha dato e mi sta dando è quello di approcciarmi con ancora più tranquillità e serenità alla vita.

Come ti ha supportato tua moglie Federica in tutti questi anni di impegni sportivi?

Federica è stata una roccia e punto essenziale per poter riuscire a gestire tutti questi impegni di gioco e di lavoro. Senza il suo supporto non sarei riuscito a gestire il tutto. Quindi un GRAZIE enorme va a lei ❤️.

Torniamo al volley. E diciamolo, si sa che gli avversari ti definiscono parecchio tosto, soprattutto caratterialmente. Che avversario sei?

Come hai detto bene sono abbastanza tosto e agonista nel gioco. Non a tutti piace gareggiare e quindi cercare di vincere sotto ogni aspetto è stato il principale obiettivo per me. Per gli avversari sono un tipo ostico, ma sempre nel rispetto del gioco.

E che compagno sei? Da quando sei capitano cosa è cambiato?

Come compagno di squadra ho sempre cercato di dare il meglio e di tirare fuori il meglio dai miei compagni. L’aspetto comunicativo per me è stato importante. Da quando sono capitano sono stato attento a pesare bene le parole. Nel bene e nel male.

Ormai hai appeso le scarpe al chiodo (anche se non ci crediamo fino in fondo). Chi ti piacerebbe ringraziare?

Come detto prima ringrazio mia moglie e la famiglia allargata che comunque mi ha sempre supportato e sopportato in tutti questi anni (20 anni). Del mondo del volley ci sono parecchie persone (fare nomi è impossibile, potrei dimenticarmi qualcuno) tra dirigenti e allenatori da ringraziare e che mi hanno dato la possibilità di dare il meglio di me.

E ai giovani cosa vuoi dire?

Ai giovani consiglio di aver delle buone basi sulle quali poi crescere ed essere sempre ambiziosi. Nello sport e nella vita. Lo sport insegna ma la vita a volte ti da delle batoste e bisogna esser sempre pronti a reagire ed accettarle.

Grazie Pietro, e in bocca al lupo per tutto!

Perché dovresti scegliere noi?

La risposta è semplice. I nostri siti web sono professionali, all’altezza delle tue esigenze e altamente personalizzabili. Non crediamo in un approccio “taglia unica”; al contrario, lavoriamo fianco a fianco con ogni associazione sportiva per creare una presenza online su misura.

Contattaci ora!

Perché dovresti scegliere noi?

La risposta è semplice. I nostri siti web sono professionali, all’altezza delle tue esigenze e altamente personalizzabili. Non crediamo in un approccio “taglia unica”; al contrario, lavoriamo fianco a fianco con ogni associazione sportiva per creare una presenza online su misura.

Contattaci ora!