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Due Chiacchiere Con Paolo Carotta

by: TropsolariM_189

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Intervista a Paolo Carotta

Storico allenatore della Giorgione Pallavolo, Paolo Carotta si racconta a Mira lo Sport!
Coach Carotta, vanta una lunghissima carriera tra le fila della società, prima come allenatore del settore giovanile (ruolo che ricopre tuttora) e da dieci anni sulla panchina della prima squadra.

Ciao Paolo, come stai? direi ... ottima annata fin'ora!

Concentrato, è la parola più giusta, sono sul pezzo e penso di settimana in settimana.

Raccontaci un pò di te atleta, perchè c'è chi dubita che tu sia stato giocatore....

Lo so che tanti non sanno che ho giocato, in realtà ho giocato una ventina di anni (dai 6 ai 26 anni!), fino alle 3a media sono stato un giocatore molto forte, sono arrivato a giocare anche le finali nazionali. Poi quando la rete si è alzata… la mia statura non mi ha permesso di fare il salto di qualità. Ero schiacciatore poi sono passato a palleggiatore, e ci tengo a dire che se c’era all’epoca il ruolo del libero probabilmente giocherei ancora!
Ho comunque vinto il titolo provinciale U14, fatto le finali regionali U16, finali provinciali U18.

Poi è cominciata una lunga carriera come allenatore del femminile, riassumendo in numeri (categorie, successi)?

Alleno da quando avevo 16 anni. Mi ero ripromesso che quello che non sarei riuscito a fare come giocatore l’avrei fatto come allenatore. A livello giovanile ho allenato in tutte le categorie (Minivolley, U12, U14, U16, U18) vincendo in varie categorie: una decina di titoli U12 provinciali, U13, U14 provinciali, e vincendo anche 3 campionati U16 provinciali.

Come primo allenatore sono riuscito a vincere campionati in tutte le categorie:

  • 3a, 2a, 1a divisione
  • serie D
  • serie C
  • Serie B2 (2 coppe Veneto, 2 coppe Triveneto, 1 coppa delle Alpi)

Nel mio piccolo ho avuto la fortuna di vincere parecchio, ho ancora parecchia voglia di vincere, e mi impegnerò al massimo per riuscire a farlo.

In Giorgione Pallavolo tu non alleni solo la B1 Femminilie, ma anche le categorie delle più giovani (U12?). Aldilà delle ovvie differenze, deve essere estremamente diverso allenare in categorie così distanti. Ci racconti quali sono le differenze, le particolarità, le difficoltà?

Il Minivolley e l’U12 li faccio ancora molto volentieri, lì non sono allenatore, ma più un insegnante. In quelle categorie ti trovi di fronte dei fogli bianchi e se scrivi male…le ragazzine imparano male! Trovo questo molto stimolante e soprattutto nelle piccole ritrovo il vero senso della pallavolo.

In categorie come la B1 ti trovi di fronte atlete formate e mi ritrovo ad essere più uno psicologo, ed è molto impegnativo dal punto di vista gestionale perchè le atlete hanno varie esigenze e difficoltà e in quanto tali vanno gestite.

Per quanto riguarda le giovanili, come gestiresti i genitori? Visto che al giorno d'oggi l'invasione di campo dei genitori è un tema purtroppo attuale.

E’ veramente un cruccio, e introduco la risposta dicendo una battuta “i migliori atleti sono orfani”, perché al giorno d’oggi i genitori pensano di avere dei figli fuoriclasse e la gestione quindi non è mai semplice. La cosa migliore secondo me è il confronto e il dialogo. Spero sempre che chi fa una domanda sia in grado di accettare una risposta che molto spesso è diversa da quella che ci si aspetta.

La gestione dei genitori è sempre difficile, ma nel nostro lavoro, se lo vuoi fare bene è un passaggio da fare.

Ma oltre ad allenare in Giorgione fai molto altro, che ruolo, che titolo ti sentiresti di darti?

Mi sento il “tuttofare” della società, non mi sono mai tirato indietro in nulla, le ho fatte praticamente tutte, da pulire i bagni ad allenare la prima squadra. Mi sento di avere un testamento da portare avanti perché credo di essere il passato, il presente, e spero il futuro della Giorgione Pallavolo. Alla fine … non so che ruolo darmi, tu cosa ne pensi?

Ora alleni la B1 Femminile, prima in classifica, è il momento sportivo più alto mai raggiunto dalla Giorgione Pallavolo. Che sensazione provi? Come la vivi?

Sono in una bolla in questo momento, sono molto concentrato e sto cercando di fare al meglio il mio lavoro. Indubbiamente stiamo attraversando un’annata importante, ma come dico a tutti, non abbiamo ancora fatto e vinto nulla, e credo sia giusto mantenere un profilo basso.

Credo che la parola “concentrato” riassuma bene come mi sento in questo momento.

La prima squadra è un giusto mix tra atlete mature ed esperte con ragazze molto giovani provenienti dalle giovanili. E' la ricetta giusta?

Se vinci è la scelta giusta, se perdi è la scelta sbagliata. Quest’anno abbiamo fatto questo tipo di scelta, ma ho la fortuna di avere delle giovani molto interessanti e di avere delle “vecchie” (tra virgolette”) che sanno lavorare con le giovani, per cui in questo momento le cose stanno andando bene, non è sempre rose e fiori, ma c’è un buon equilibrio.

Come si gestisce un gruppo così eterogeneo (ci sono atlete di 18 anni assieme ad altre di 35 anni)? Quali sono le situazioni da tenere sotto controllo? Le difficoltà?

Quando uno sceglie di allenare nel femminile sa che l’80% è la gestione del gruppo, il 20% è l’allenamento, o meglio, chiaramente l’allenamento è importante, ma la gestione del gruppo è fondamentale. Ci sono degli anni in cui si instaurano delle alchimie importanti, altri anni meno.

Ho la fortuna di essere una persona molto empatica, riesco a percepire quali sono le dinamiche di gruppo. A volte riesco a gestire bene le cose, a volte meno bene, anche perchè come tutti anche io ho le mie simpatie e antipatie. È comunque un vero e proprio lavoro, bisogna saper vedere, sentire e saper ascoltare, saper parlare. Oltretutto bisogna trovare il momento giusto per parlare.

Raccontaci un pò le tue atlete, senza andare nel tecnico, qual è l'atleta:
- più lamentosa
- più ritardataria
- più rompiscatole (allenamenti, logistica, orari,...quella che deve dire la sua)

Domanda scottante, tutte sono lamentose, tutte ritardatarie, tutte rompiscatole, chi più chi meno, ma per il quieto vivere meglio non fare nomi!

Ti va di parlare di qualcosa di serio? Pallavolo e orientamento sessuale: è ancora un problema nello spogliatoio parlare delle proprie tendenze?

Beh, nello spogliatoio femminile il numero di lesbiche è all’ordine del giorno, non credo ci siano grandi problematiche da questo punto di vista, io stesso sono omosessule e sono sposato con un uomo, nell’ambiente non ho mai avuto problematiche ne con le ragazze, ne con la dirigenza, ne con le persone attorno a me. Mi sento di dire che effettivamente nella pallavolo ci sono ampie vedute su questi temi.

Se la Giorgione Pallavolo si trova così in alto il merito va anche a chi era con te alle origini, in serie C se non sbaglio, e poi in B2. Di chi ti ricordi di quegli anni?

Devo parlare dello Staff Tecnico allora: il mio staff è sempre stato abbastanza costante, da Simone Piccolo, a Enrico Cremasco, Paola Fraccaro, Paolo Marighetto. Più o meno ho sempre avuto le stesse persone, ho sempre amato avere dei punti fermi. Ho dei grandissimi ricordi, spero di crearne di nuovi, tenendo conto che le persone attorno a me sono sempre le stesse.

Se devo fare un nome dico Anna Toniato, la mia mentore!

Considerando tutte le atlete che hai allenato (secondo me te le ricordi tutte) quale era l'atleta:
  • più brava tecnicamente: La più forte che ho mai allenato è Federica Stufi.
  • più tenace, grintosa: La più grintosa non si discute, Roberta Grassotto il capitano per antonomasia!
  • più social: sicuramente Francesca Marcon visto i follower che ha!
  • più lamentosa: La più lamentosa bah… se vado indietro con gli anni, in realtà non ho un nome specifico, ci penserò ancora, ma ora non mi viene.
  • più pigra”: Non mi vengono in mente atlete pigre. Le mie atlete non sono pigre, sennò non sarebbero con me!

Grazie Paolo, e in bocca al lupo per tutto!

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